L’attuale metodo scientifico viene fatto risalire in genere alla rivoluzione scientifica della prima età moderna. Secondo una ricostruzione molto diffusa nell’immaginario collettivo, studiosi come Galileo e Newton avrebbero intrapreso una strada nuova, con irrilevanti precedenti storici, rifiutando le tradizioni libresche e basandosi direttamente su osservazioni e esperimenti. Questa ricostruzione, che può giustificare l’ottimistica concezione di una scienza che, da quando esiste, è stata in continuo progresso, richiede di dimenticare la scienza antica e le fonti degli scienziati della prima età moderna. Inoltre essa si basa sulla creazione di miti moderni, come quello di Galileo che lasciando cadere dei gravi dalla torre di Pisa avrebbe scoperto per primo che il tempo di caduta non dipende dal peso del grave, o quello della mela che, cadendo, avrebbe suggerito a Newton la legge di gravitazione universale. Il prof Lucio Russo propone un ciclo interamente dedicato alla scoperta delle radici della scienza e queste sue conversazioni intendono suggerire l’idea che la storia della scienza diviene realmente comprensibile solo se è osservata su una scala non secolare ma millenaria. Su un arco di tempo sufficientemente lungo il continuo progresso della scienza non appare più la regola, ma piuttosto l’eccezione di alcuni periodi storici, che si sono alternati ad altri che hanno visto decadenze, crolli e relative stagnazioni.
L'origine dell'idea di gravitazione è poco nota. Aristotele sosteneva che il centro della Terra attraesse tutti i corpi "pesanti"; ma già la dimostrazione della sfericità della Terra formulata da Archimede aveva messo in dubbio la sua ricostruzione, e in Plutarco si parla della teoria della gravitazione policentrica, in cui diversi punti nello spazio attraggono corpi differenti, mentre Plinio parla dell'influenza della Luna sulle m...
Archimede è uno degli scienziati più noti ma meno conosciuti della storia della scienza: tutti conoscono gli aneddoti sulla sua vita, pochissimi conoscono le sue scoperte, sebbene si siano conservate sino ai nostri giorni: persino il "principio di Archimede" è in realtà un teorema.
Si attribuisce la scoperta del principio che corpi di massa differente cadono alla stessa velocità a Galileo, con i suoi famosi esperimenti dalla torre di Pisa, ma la stessa conoscenza è in Giovanni Filopono (VI secolo) e in Lucrezio (I secolo); inoltre sembra che diverse fonti antiche sapessero che la caduta dei gravi prevedesse l'accelerazione del moto. Andiamo a indagare l'origine antica di queste conoscenze, e vediamo come ci p...
Gli antichi conoscevano la legge della riflessione, ma, apparentemente, non quella della rifrazione, attribuita a Snell (Willebrord Snellius, m. 1626). Ma le cose non sono così semplici come sembra, e bisogna fare un percorso all'indietro, a partire da Snell e i suoi precursori, passando per Ibn Sahl, per arrivare all'antichità.
L'ottica antica aveva come oggetto di studio la visione umana, ed Euclide ne stabilì le fondamenta nella sua omonima opera. Si è a lungo imputato a Euclide e ai suoi prosecutori di aver sottoscritto la teoria secondo cui i raggi visuali venissero emessi dall'occhio umano, teoria alquanto assurda: ma cosa c'è di vero dietro questa ricostruzione e quale fu il reale significato della formulazione euclidea della percezione visiva?
Sebbene conoscenze matematiche fossero note già in epoca babilonese ed egizia, fu solo in Grecia che si svilupparono il metodo dimostrativo e la logica, probabilmente come conseguenza del sistema democratico in cui si doveva convincere i propri ascoltatori delle proprie argomentazioni.
In antichità alcuni credevano che le stelle fossero "fisse", ovvero che non si muovessero l'una rispetto all'altra, e fossero tutte incastonate in una sfera celeste, muovendosi solidali l'un l'altra. Ma in realtà questa non fu l'unica teoria proposta, e furono avanzate anche ipotesi in cui le stelle si muovevano l'una rispetto all'altra
Aristarco di Samo fu il primo scienziato a proporre il sistema eliocentrico, in cui la Terra gira intorno al Sole. Ma come giunse alla sua ricostruzione e perché essa non ebbe successo fino a Copernico?
Gli antichi conoscevano la forma sferica della Terra, e arrivarono persino a stimarne correttamente la misura e a fornire una parziale mappatura della superficie terrestre. Allora come si spiegano le storie che parlano di una Terra piatta? Come mai Tolomeo commise un errore così grosso nella sua stima delle dimensioni della Terra?
Gli antichi conoscevano l'esistenza dei fossili, che interpretavano spesso come resti di antichi mostri o eroi, custodendoli all'interno dei templi o persino in collezioni. Fu poi a partire dal Rinascimento che si iniziò a convincersi che la teoria della fissità delle specie sostenuta dall'Aristotelismo avesse impedito agli antichi di riconoscere l'esistenza dei fossili.
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