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July 30, 2022 6 mins
Ventunesima puntata del nuovo podcast de IlGiunco.net dedicato alle news da non perdere della settimana in Maremma. Ecco l'edizione di sabato 30 luglio.

In apertura parliamo del tragico incidente in mare che è accaduto lo scorso sabato nelle acque tra Monte Argentario e l’Isola del Giglio dove due barche si sono scontrate nelle vicinanze di Punta Ciana. Coinvolti nell’incidente una barca a vela e un motoscafo. Il bilancio è drammatico: nell’impatto un uomo ha perso la vita e una donna risulta tuttora dispersa. Le operazioni di ricerca stanno andando avanti da una settimana con mezzi navali e aerei della Capitaneria di Porto per passare al setaccio un più ampio specchio di mare con la speranza di intercettare la naufraga ancora in vita, anche se le speranze con il passare dei giorni si stanno facendo sempre più sottili. Infatti da due giorni è stato attivato anche il robot subacqueo del nucleo sommozzatori della Guardia Costiera di Napoli per esplorare il fondale della zona. 
Le barche coinvolte nell’incidente sono state sottoposte a sequestro da parte delle autorità giudiziaria, per stabilire le dinamiche che hanno portato alla collisione. Le attività di indagine sono coordinate dalla Procura di Grosseto da parte dei militari dell’Ufficio Circondariale Marittimo di Porto Santo Stefano. I due conducenti delle barche sono indagati per omicidio colposo.

Dal mare adesso ci spostiamo in montagna per un’altra notizia di cronaca: Quella passata è stata una settimana drammatica dal punto di vista degli incendi che ha messo in ginocchio una comunità intera. Parliamo ovviamente di Cinigiano, paese ai piedi del Monte Amiata che per quattro giorni ha dovuto lottare contro le fiamme. Il vasto incendio che ha interessato la zona, è scoppiato nel pomeriggio di domenica, 24 luglio, e ha bruciato oltre 750 ettari di terreno. L’intero paese è stato evacuato. Chiusa per giorni anche la strada provinciale SP17 Voltina a causa di alberi e sassi caduti. Decine di squadre antincendi, tra mezzi di terra, elicotteri e canadair hanno cercato di combattere le fiamme giorno e notte. L’intera regione Toscana è rimasta in apprensione per le sorti di case e aziende agricole andate distrutte dalle fiamme. Non solo: a causa dell’incendio in tutta la zona dell’Amiata grossetano erano stati segnalano disagi per l’interruzione delle linee telefoniche e internet. I disservizi hanno colpito anche l’ospedale di Castel del Piano dove per un giorno non è stato possibile eseguire esami radiologici, fare i prelievi o usare internet. In queste ore, il sindaco di Cinigiano, Romina Sani, è impegnata insieme alle autorità competenti (dalla Regione Toscana alla Provincia di Grosseto) di fare una stima dei danni che per il momento resta ancora provvisoria.

Adesso voltiamo pagina per parlare di sanità. In Maremma si è registrato il secondo caso di vaiolo delle scimmie. A renderlo noto è l’Asl proprio in questi giorni in cui anche l’Oms ha dichiarato l’emergenza sanitaria globale per la malattia. 
Il paziente del caso accertato lo scorso giovedì a Grosseto non è ricoverato perché, data la forma lieve della malattia, sta seguendo a casa le indicazioni che sono state fornite dal Dipartimento di Prevenzione della Asl Toscana sud est.
La primaria del reparto Malattie Infettive dell’ospedale Misericordia di Grosseto tranquillizza comunque sulla situazione: «L’andamento non è preoccupante anche se l’attenzione è alta – ha spiegato Cesira Nencioni - perché si tratta di una malattia che ha generalmente una evoluzione benigna e si trasmette solo con contatti molto stretti tra le persone come i rapporti sessuali o in famiglia». In ogni caso il consiglio è quello di rivolgersi al proprio medico soprattutto per chi è stato in paesi dove sono stati riscontrati dei focolai, e segnalare ogni sintomo.
In Italia ad oggi i casi accertati sono 426 di cui 12 in Toscana.

Adesso ci spostiamo a Scarlino, più precisamente nella zona industriale del Casone, per parlare della crisi del polo chimico. È notizia di mercoledì, 27 luglio, che i gessi rossi, prodotto di scarto dalla produzione di biossido di titanio della multinazionale Venator, potranno essere conferito di nuovo nella cava di poggio Speranzona, almeno fino a ottobre. Lo ha deciso il Tar Toscana che ha accolto il ricorso della Venator, contro i decreti dirigenziali della Regione Toscana che avevano sospeso il conferimento dei gessi nella cava di Montioni. La decisione è una boccata di ossigeno in una situazione che nelle ultime settimane era diventata sempre più tesa, anche di fronte alla decisione dell’azienda di chiudere due delle tre linee di produzione. Di certo si tratta di una soluzione a breve termine, che offre però all’aziienda anche un minimo del tempo per pianificare i passi futuri.


In chiusura oggi parliamo di nuovo di BEST in Maremma, il contest del Giunco.net che premia le eccellenze della Maremma. L’edizione 2022 che ha già coinvolto ce
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