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June 13, 2023 17 mins
VIDEO: I processi di Berlusconi ➜ https://www.youtube.com/watch?v=mynoOO-QI6M

TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7442

MUORE BERLUSCONI A 86 ANNI, TRA MERITI POLITICI E LIMITI CULTURALI di Stefano Fontana
Non è cosa facile, ma vorrei ugualmente tentare una valutazione della presenza nell'arena politica di Silvio Berlusconi, presenza durata un trentennio, senza mescolare troppo le vicende private con quelle pubbliche. Non è cosa facile, perché all'origine di ambedue c'è la stessa personalità esuberante che, in fondo, non ha mai distinto tra i due piani, e i fatti privati sono diventati automaticamente pubblici certamente per la speculazione degli oppositori ma anche per volontà dell'interessato. Tuttavia, rimane possibile fare una disamina dell'influenza di Berlusconi sulla politica italiana, ponendo l'accento su quest'ultima piuttosto che sulle serate nella villa di Arcore.
Quando, nel 1993, Berlusconi decise di "scendere in campo" eravamo nel pieno dell'inchiesta/manovra di Mani Pulite che aveva travolto la Democrazia cristiana e il Partito socialista, ma non il Partito comunista italiano. Secondo logica sarebbe dovuto accadere il contrario. In quegli anni il comunismo sovietico crollava, ma a subirne le conseguenze negative non erano i comunisti italiani ma i loro storici oppositori: democristiani e socialisti craxiani. Questo perché l'inchiesta del pool di Milano era condotta a senso unico. Era infatti un disegno politico. In quella situazione, con le barriere anti-sinistra divelte e con il Partito comunista di Occhetto pronto a schierare la propria macchina da guerra elettorale, Berlusconi ha riempito un vuoto e svolto un ruolo storico. Gli va anche riconosciuto il merito di aver sdoganato la Lega di Bossi e il MSI di Fini, che poi divenne Alleanza Nazionale, anche se in seguito dovette pagare cara questa alleanza, sia col "ribaltone" di Bossi sia con i continui ricatti di Follini (Udc) e Fini che indebolirono i governi da lui presieduti.
IL PROCESSO INNESCATO DA BERLUSCONI
Ai meriti di Berlusconi in questa prima fase della sua presenza pubblica va anche aggiunto un utile movimentismo culturale che egli riuscì allora a creare in Italia, nel tentativo di rompere l'egemonia della sinistra. Nacquero nuove riviste, come "Ideazione", la rivista culturale di Forza Italia, e "Liberal" che, diretta da Ferdinando Adornato, esprimeva le idee di un pensiero liberale equilibrato e responsabile, utile antidoto al pensiero liberal della sinistra. Nacque Magna Charta di Pera e Quagliarello e capitò anche che Antonio Socci creasse in TV il suo programma "Excalibur" ove si parlò perfino di apparizione mariane. Gli intellettuali di corte rimanevano dall'altra parte, e anzi deridevano la presunta sprovvedutezza culturale del produttore di programmi televisivi come "Drive In", però intellettuali come il già citato Marcello Pera poterono esprimere in pubblico una voce nuova.
Dopo quella fase iniziale, però, il processo innescato da Berlusconi si affievolì fino ad arenarsi. Egli si riferiva ad un elettorale moderato, quello della vecchia Democrazia cristiana, oltre che dei socialisti non massimalisti. L'elettorato del partito cattolico, tuttavia, soprattutto nella fase della segreteria di De Mita negli anni Ottanta, aveva subito un accentuato processo di secolarizzazione. Quella di Berlusconi era una proposta scolorita sul piano dei valori, che corrispondeva a quello che quell'elettorato moderato pensava sul piano dell'etica pubblica.
Il moderatismo politico era figlio di un moderatismo culturale che non lasciava spazio ad impennate sui principi. Non ricordo battaglie decise e convinte di Berlusconi sui temi di frontiera etica che proprio allora stavano emergendo. Nel caso Englaro, alla fine, egli decise di non approvare il decreto legge necessario per bloccare la sentenza di morte. Napolitano aveva impropriamente avvertito il Consiglio dei ministri in seduta che non avrebbe firmato quel decreto. Berlusconi doveva e poteva farlo approvare lo stesso, ma non lo fece. Forza Italia e i governi Berlusconi non fecero mai nessuna battaglia né culturale né politica nel settore della vita e della famiglia. Da moderati, cercarono al massimo di moderare. Ma i tempi richiedevano ben altro.
BERLUSCONI E I CATTOLICI
Nei confronti dei cattolici e del mondo cattolico in genere, Silvio Berlusconi rappresentò una pietra di inciampo. Dopo il fallimento del Partito popolare di Zaccagnini, i cattolici si divisero in due parti contrapposte. Quelli che, come Pierferdinando Casini e Rocco Buttiglione, scelsero di collaborare con lui, e quelli della sinistra cristiana che lo odiavano politicamente. Egli era visto come un pericolo della democrazia, come il prevalere del privato sul pubblico, come l'ostacolo principale all'incontro storico tra cattolici e
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