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April 9, 2024 18 mins
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7753

DIGNITAS INFINITA, DOCUMENTO SUPERFICIALE E QUALCHE ERRORE GRAVE di Tommaso Scandroglio
È stata pubblicata ieri la Dichiarazione del Dicastero per la Dottrina della Fede Dignitas infinita, sulla dignità della persona umana. Un documento nato dopo l'elaborazione di ben cinque bozze prodotte nel corso degli ultimi cinque anni.
L'impostazione di fondo, di carattere metafisico, è in linea di massima corretta ma, visto il valore del documento, necessitava di maggior approfondimento, ad esempio trattando del concetto di persona in relazione alle tre persone della Santissima Trinità - perché è da lì che deriva in ultima istanza la preziosità di ogni persona - per poi mettere in risalto che la preziosità intrinseca dell'uomo discende in seconda battuta dalla particolare natura della sua forma attualizzata, cioè dalla sua razionalità (nel documento c'è solo un rapidissimo cenno a questo snodo concettuale). È la qualità di tale natura che fa sì che l'uomo sia intrinsecamente prezioso e dunque meriti l'appellativo di persona, che è come una sorta di titolo per indicare una dignità elevatissima. Persona è dunque nomen dignitatis. Tommaso d'Aquino sul punto così si esprime: «Tra tutte le altre sostanze, gli individui di natura ragionevole hanno un nome speciale. E questo nome è persona» (Summa Theologiae, I, q. 29, a. 1 c.). Seppur nella correttezza dell'impianto, ma non di tutte le singole argomentazioni articolate, si denota allora poca profondità di analisi, cifra comunque caratteristica di tutto il presente pontificato.
PASSAGGI AMBIGUI, DISCUTIBILI, ERRATI
Accanto a passaggi condivisibili di questa Dichiarazione, firmata dal prefetto Victor Fernández e approvata da papa Francesco, ve ne sono altri ambigui, altri discutibili e altri infine errati. In relazione ai passaggi ambigui - tralasciando per motivi di spazio la definizione proposta di "natura umana" - ci fermiamo al punto n. 1 dove si afferma il primato della persona umana, così come già in precedenza asserito in Laudate Deum di Francesco (n. 39). Questo è vero sul piano naturale, ma non su quello soprannaturale. Infatti il primato spetta sempre a Dio. Da un documento che, giustamente, fonda la dignità umana sul fatto di essere stati creati ad immagine di Dio, il mancato riferimento al primato trascendente è un'omissione rilevante.
In merito ai passaggi discutibili e in modo telegrafico: «Tale dignità ontologica - si legge nel documento - nella sua manifestazione privilegiata attraverso il libero agire umano, è stata poi messa in risalto soprattutto dall'umanesimo cristiano del Rinascimento» (n. 13). L'umanesimo, anche quello coraggiosamente definito cristiano, è stato antropocentrico e non teocentrico. Parimenti critica la seguente disinvolta affermazione: «è evidente che la storia dell'umanità mostra un progresso nella comprensione della dignità e della libertà delle persone» (n. 32). Siamo certi che a molti appaia evidente il contrario.
Una scelta discutibile è poi l'elenco proposto di condotte o fenomeni contrari alla dignità della persona, elenco sbilanciato sulle questioni proprie della giustizia sociale: povertà, guerra, migranti, tratta delle persone, abusi sessuali, violenze contro le donne, femminicidio, aborto, maternità surrogata, eutanasia e suicidio assistito, lo scarto dei diversamente abili, teoria del gender, cambio di sesso, violenza digitale (in tale ordine nel documento). Tutte condotte o fenomeni sicuramente censurabili, ma, nonostante le rassicurazioni che l'elenco non fosse esaustivo (cfr. Presentazione), spiccano per la loro assenza, ad esempio, il divorzio, la contraccezione, la fecondazione artificiale, la sperimentazione sugli embrioni, l'ambientalismo. Sarebbe stato poi più proficuo partire dal Decalogo per stilare simile elenco.
GLI ERRORI PIÙ EVIDENTI
Veniamo agli errori, perlomeno a quelli che ci paiono più evidenti. Il primo è proprio nel titolo: Dignitas infinita. La dignità della persona umana non è infinita (cfr. n. 1) perché il suo essere non è infinito. Solo la dignità di Dio è infinita perché ente infinito. La nostra creaturalità comporta una preziosità intrinseca limitata, finita, ma nello stesso tempo incommensurabile, ossia immensa, e assoluta, cioè non sottoposta a condizioni, come correttamente più volte si sottolinea nel testo (nello stesso errore era caduto Giovanni Paolo II, citato nel documento).
Secondo errore: al n. 28 si cita nuovamente la Laudate Deum: «La vita umana è incomprensibile e insostenibile senza le altre creature» (n. 67) Eppure la Dichiarazione per ben 15 volte e assai opportunamente ripete che la dignità umana è tale al di là di ogni circostanza. Ora invece la dignità umana parrebbe discendere dalle altre creature: non più dignità assoluta, ma relativa, in relazione
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