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January 10, 2024 8 mins
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7666

UN NATALE DA PERSEGUITATI PER MILIONI DI CRISTIANI di Gian Micalessin
Assieme alle guerre di Ucraina e di Gaza si è combattuto, negli ultimi due anni, un terzo conflitto alle cui vicende si è prestata, però, molta meno attenzione. Parlo del Nagorno Karabakh un territorio dove santuari e monasteri risalenti al primo secolo sono il simbolo dell'essenza cristiana della regione. In questi due anni i 130mila abitanti di quell'enclave cristiana sono stati costretti a un drammatico esodo di massa. Eppure la loro tragedia è rimasta sorda e inascoltata. In loro difesa non si è levata una sola voce. Questo sciagurato silenzio ci ricorda come il conflitto del Nagorno Karabakh rientri nell'immensa tragedia delle comunità cristiane perseguitate. Una dimensione di cui spesso non si ricorda né il perdurare, né il numero delle le vittime». Alessandro Monteduro direttore di Acs «Aiuto alla Chiesa che soffre» - la Fondazione della Santa Sede, deputata alla salvaguardi della libertà religiosa - affronta così, in vista del Natale, il tema della persecuzione dei cristiani. Un tema spesso dimenticato ignorato o sottovalutato, ma le cui cifre non sono meno tragiche di quelle della guerra in Ucraina o a Gaza. Secondo Acs almeno 360 milioni di cristiani nel mondo sperimentano «alti livelli di persecuzione e discriminazione a motivo della loro fede». E le vittime aumentano di anno in anno. Nel 2022 oltre 5.200 cristiani hanno pagato con la vita la loro fede, almeno altrettanti sono stati rapiti e più di 4.500 sono stati arrestato o detenuti. Mentre oltre duemila fra chiese ed edifici religiosi sono stati rasi al suolo. MORIRE PER NON RINNEGARE CRISTO Alla dimensione tragica si aggiunge quella demografica. Tra le nazioni più restie a rispettare la libertà religiosa vi sono quelle più popolose del mondo. Dalla Cina all'India, dal Pakistan al Bangladesh per arrivare in Nigeria e Pakistan le violazioni della libertà di fede riguardano, direttamente o indirettamente, quasi 5 miliardi di persone. L'eccezionale dimensione quantitativa di queste violazioni, fa notare il direttore di Acs «non è accompagnata da una commisurata presa di coscienza dell'Europa e del cosiddetto mondo libero». Parole gentili per spiegare che in sintesi il mondo occidentale se ne frega delle libertà religiose. Anche, o soprattutto, quando sono in ballo quelle dei nostri fratelli cristiani. «Accettare l'idea che si possa morire per non abiurare alla propria fede - spiega Monteduro - è qualcosa che stride con il relativismo politico e ideale dilagante nella nostre società. Accettare l'idea che 120mila cristiani della piana di Ninive in Iraq abbiano abbandonato tutto pur di non rinunciare alla propria identità e alla fede in Cristo significa misurarsi con un'idea di libertà religiosa che l'Occidente non comprende più. Anche perché l'ha relegata a un livello inferiore rispetto alle libertà più di moda come le libertà sessuale o la libertà di genere. E questa è la beffa più clamorosa per i nostri fratelli cristiani spesso perseguitati perché considerati vicini all'Occidente. Mentre, in realtà, noi Occidentali scegliamo di ignorarli o dimenticarli». L'evidenza di questo patologico disinteresse per il dramma dei nostri fratelli nella fede si nasconde anche tra le cifre dei flussi migratori provenienti dalle coste del Nord Africa. Guardando alle prime dieci nazionalità dei migranti sbarcati in Italia quest'anno scopriamo che quelli provenienti dal Burkina Faso sono letteralmente decuplicati passando dai circa 300 del 2022 agli 8.410 di quest'anno. Con un paradossale incremento del 2.512%. «Il Sahel - sbotta Monteduro - è la miopia delle miopie. E riguarda anche le chiese d'Europa. Quando l'Isis si impose in Siria e Iraq ci fu una reazione che unì l'Occidente e le nostre chiese. E questo consentì, in prospettiva, la disarticolazione militare del Califfato. Oggi il dramma nel Burkina Faso non è diverso. Il 50% del suo territorio è in mano a micro-califfati e i cristiani sono costretti alla fuga per timore di quest'avanzata jihadista. In Mali e Ciad non va molto diversamente. Eppure in Europa tutti sembrano ignorarlo. Questa miopia e questa indifferenza sono paradossali. Perché se anche avessimo deciso di fregarcene dei cristiani in fuga come possiamo ignorare che chi abbandona quelle terre finisce poi con l'approdare sulle nostre coste?». L'ESODO CRISTIANO DAL MEDIORIENTE Ma a far tremare i polsi sono anche i numeri dell'esodo cristiano dal Medioriente. I cristiani d'Iraq che nel duemila superavano il milione e mezzo sono oggi poco più di 150mila. In Siria le cifre sono simili. Del milione e mezzo di cristiani censiti nel 2010 ne sono rimasti, dopo 12 anni di guerra civile e religiosa, poco meno più di cinquecentomila. Ad Aleppo, cuore della comunità, i numeri sono scesi da oltre 150m
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