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April 20, 2020 3 mins
Cari bambini oggi siamo nel Parco dei Monti Sibillini, che si trova sugli Appennini nel cuore dell’Italia nelle regioni di Umbria e Marche.
Il monte Vettore è il più alto dei Monti Sibillini, 2,476 metri e tra le montagne calcaree troviamo anche un ghiacciaio!

La flora del Parco è molto varia, alle quote inferiori troviamo querce chiamate roverelle, carpini neri ed un tipo di frassino chiamato orniello, mentre al di sopra dei 1.000 metri prevalgono le faggete.
Alle quote più elevate, sulle praterie troviamo la stella alpina dell’Appennino, la genziana appenninica ed il salice nano che è considerato l’albero più piccolo al mondo.

«Dove la foresta alpina si dirada e la montagna, in alto, diventa nuda, lassù cresce l’albero più piccolo della terra: il salice nano che si difende dal vento aggrappandosi al suolo e ruba il calore alla roccia che il sole illumina. La neve lo copre per sette mesi all’anno. È stata lunga la mia stagione sotto la neve; ecco, nella foresta della letteratura sono un salice nano» (Mario Rigoni Stern “Al lettore”, da “Storie dall’altipiano”, I Meridiani, 2003”).

Per quanto riguarda la fauna il parco ospita il lupo, l’aquila reale, il Camoscio dell’Appennino, il Cervo ed il Falco Pellegrino.
Si chiama Falco Pellegrino perché sul capo è scuro e ricorda il cappuccio nero dei pellegrini.
Ha una lunghezza di quaranta, cinquanta centimetri e le femmine sono più grandi dei maschi. Il colore è grigio, blu e nero. I colpi d’ala sono agili e vigorosi.Si tratta di uno degli animali più veloci del mondo, quando vola raggiunge in picchiata la velocità di 385 chilometri orari! Il falco è un potente predatore ed un attento osservatore. Gli antichi Egizi, infatti, lo associarono alla figura del dio Horus il quale veniva rappresentato proprio con la testa di Falco. Inizialmente dio della caccia, venne successivamente adorato soprattutto come dio del cielo e del Sole. Come il Falco, Horus aveva capacità visive incredibilmente sviluppate. Queste si aggiungevano a doti soprannaturali quali la chiaroveggenza e un elevato stato di coscienza.

Ora vi racconto una favola di Jean de la Fontaine che ha come protagonista un falco pellegrino.
Il Falco Pellegrino e L’Usignolo.
Il Falco Pellegrino, dopo aver attirato con le sua grida uno stuolo di ragazzi, catturò selvaggiamente un Usignolo. 
Questi, in preda alla disperazione, chiese al feroce rapace di essere risparmiato:
A che ti serve, anima fiera, cibarti di un uccello che è sola voce? Se aspetti un attimo, posso cantarti la storia e gli amori di Tereo…
Tereo? E chi è costui? Forse la preda preferita dai Falchi Pellegrini? - chiese il rapace.
Tereo - risponde gentile l’Usignolo - fu un re dei cui amori venni a conoscenza e la vita ti vado subito a cantare.
E a cosa mi serve una canzone? Lo interruppe il Falco Pellegrino - Ho la pancia vuota e voglio mangiare.
Ma ai re piacque la mia storia…
Allora vai a cantarla a loro! Io me ne rido e sto al proverbio: pancia vuota non ha orecchio!
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