Prima puntata di
Emma Fenu dal titolo "MEDEA: dal mito alle rivisitazioni contemporanee Parte 1"
MEDEA eroina della mitologia greca, figlia di
Eeta re della Colchide, fratello di
Circe e di
Pasifae, e della Oceanide Idyia. Ma secondo un'altra tradizione sua madre sarebbe stata la dea
Ecate e sua sorella Circe. Già
Pindaro la ricollega a
Giasone e alla leggenda degli Argonauti. Quando Giasone sbarcò con gli Argonauti in Colchide, richiese il vello d'oro ad Eeta che glielo promise a patto che domasse due tori dalle unghie di bronzo e spiranti fiamme dalle narici, e aggiogatili all'aratro seminasse in un campo sacro ad
Ares denti di drago e combattesse poi con i giganti in armi che ne sarebbero balzati. Grazie alle arti magiche di Medea, che si era innamorata di lui, Giasone superò le prove e conquistò il vello d'oro. Medea fuggì poi con gli Argonauti, procurando anche la morte del fratello Absirto, e nella grotta di Macris nel paese dei
Feaci divenne la sposa di Giasone. Giunta con Giasone a Iolco, Medea trasse vendetta di
Pelia. Cacciata poi da Iolco con Giasone, si rifugiò a Corinto e successivamente fu ripudiata dal marito del cui tradimento si vendicò facendo morire la nuova sposa di Giasone,
Glauce, e il padre suo
Creonte (con l'offerta di magici doni nuziali, un diadema e un peplo, indossati i quali Glauce morì consunta e così anche, appena l'ebbe toccata, Creonte accorso) e uccidendo i due figlioletti avuti da Giasone, Mermero e Fere; quindi su un cocchio tratto da draghi alati fuggì ad Atene, dove convisse con
Egeo fino all'arrivo del figliastro
Teseo, che cercò di corrompere. Bandita allora da Atene, tornò col
figlio Medo avuto da Egeo, in Colchide, dove fece uccidere Perse che aveva spodestato Eeta. Secondo una tradizione Medea poi, trasportata nei Campi Elisi, si sarebbe là unita ad
Achille.La leggenda di Medea ebbe nell'antichità molte modificazioni nei particolari e varianti anche evemeristiche: era ricordata soprattutto come grande maga e assassina dei suoi figli per gelosia e per amore oltraggiato. (Fonte Treccani)
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