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June 1, 2022 132 mins
Ciao a tutte e a tutti!

Giugno ha schiacciato l’interruttore, ha strappato e squarciato il cielo, ha placcato alle caviglie Maggio uscente arrivando con troppa furia afosa e cosi facendo il torrido caldo è sopraggiunto su ali troppo brevi. Precoce con tanta voglia di fare, giugno ha l’impeto della gioventù e si muove di fretta, tra caldo e bevande ghiacciate e se da una parte la frenesia ci fa rimpiangere momenti più freschi, dall’altra ci regala tramonti vermigli lunghi sulla fuga in dissolvenza, la luce resta ad illuminare i contorni per molte ore e le ombre trovano vita infinita. Noi umani in questo volteggiare di venti che portano nella loro trama racconti del deserto e delle loro notti infinite, ci rifugiamo miti alla ricerca del luogo mite, dove poter rinfrescare l’animo donandogli un rifugio. L’ondata fresca di questa nuova Onda farà, credetemi al caso nostro perché giunge taumaturgica al fine di regalare sollievo, anche se per non molto, alle pareti interne della vostra testa e da li a raggiera verso i confini del corpo. La musica in questo podcast come ormai anche i più disattenti avranno assorbito è il perno su cui ruota tutto, è regina incontrastata e celebrata fino allo stremo delle forze e grazie a lei, tutte le persone che passano di qui ci lasciano vedere una piccola porzione del loro mondo musicale: prezioso ed irripetibile, per bellezza e unicità. C’è chi lo immagina come una finestra su un paesaggio, c’è chi ne immagina i colori, chi le storie, chi le emozioni, chi lo lega agli elementi della natura, altri ancora come delle roccaforti, altri ancora come pezzi un puzzle, mattoni di una casa, e cosi via. Ognuno di noi ha il proprio meraviglioso modo di guardare la musica che si porta dentro dandole la forma più consona e adatta alla sua trasfigurazione metafisica e visiva. Io devo ammettere che l’ho vista e la vedo in mille modi diversi, cambia pelle e forma, ma ciò che ci lega tutti, è la quantità assurda di musica che abbiamo assorbito in tanti anni. Poi ho parlato con due persone meravigliose che mi hanno suggerito la loro idea, e ne sono rimasto colpito, rapito e in qualche modo sedotto. E’ un modo di vedere la musica al quale non avevo mai pensato, e loro mi hanno svelato un mondo altrimenti celato che poi come vedrete a breve è diventato per questi due ragazzi slancio per creare qualcosa di pazzesco. 
Concrezioni. 
La parola che mi ha aggiunto un modo in più per immaginare il bagaglio musicale è concrezioni. Per chi non lo sapesse, leggo da wikipedia: In geologia vengono definite concrezioni le formazioni, in genere calcaree, che il carbonato di calcio forma in soluzione depositandosi, nella forma cristallina della calcite. Ci sono diverse tipologie di queste formazioni che vengono denominate con vari termini, alcuni dei quali maggiormente conosciuti: stalattiti, stalagmiti, colonne, cristalli, vaschette, coralloidi, eccentriche, ecc... Bene queste formazioni sono uniche ed irripetibili, per quanto vi sforziate non ne troverete mai una identica all’altra e sono concreta forma della pazienza della natura, o almeno del passaggio del tempo. Perché queste concrezioni si formino ci vuole tempo, molto tempo, e la musica, nella nostra vita, non fa qualcosa di molto diverso. Brano dopo brano, goccia dopo goccia, dai oggi, dai domani, all’interno della nostra personale caverna si sono create dai nostri primi amori sonori ad oggi le nostre personali concrezioni musicali. Le caverne che ognuno di noi ha al proprio interno sono per alcuni versi imperscrutabili, sono templi musicali di cui non abbiamo accesso ma di cui con questo podcast, cerchiamo di intravedere e ascoltare, noi eterne ed eterni curiosi. Come ho detto poco fa, questa idea e lo spunto di questa lunga introduzione, non è farina del mio sacco, ma è frutto di lunghi ragionamenti ed elucubrazione di due ragazzi, di due fratelli. Credetemi sono oltremodo onorato oggi perché queste due persone siedono con me ai microfoni di Onde, dopo aver affrontato un lungo lungo viaggio fino a qui. Immagino che vi starete domandando che cosa c’entrano le concrezioni e la musica, cioè la metafora è una figata, ma in che senso è diventata uno slancio di creatività? Come ha fatto a diventare forma concreta? Lasciamo allora che siano i nostri ospiti a raccontarci il loro progetto pazzesco e a farci intravedere, anzi, intrascoltare quali musiche meravigliose hanno in serbo per noi tutti. Inoltratevi con le voci di Fabrizio e Dario Biagi di Italian Post-Rock Movement in questa Onda a forma di caverna e ascoltate le loro gocce di concrezione.

Un passo dietro l’altro con cuori leggeri, trovate la vostra posizione comoda,

e come sempre,

buon ascolto! 

^_^

- INFO PUNTATA E DARIO E FABRIZIO BIAGI - ITALIAN POST-ROCK MOVEMENT:

IL DISCO DI DARIO E FABRIZIO BIAGI - ITALIAN POST-ROCK MOVEMENT PER ONDE:

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