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May 17, 2023 129 mins
Ciao a tutte e a tutti!
Mentre il mondo primaverile fa ancora i conti con le ultime frange ribelli del fresco, è un susseguirsi di albe vermiglie e ombre che si allungano, accompagnando i raggi del sole a non finire troppo presto il loro cammino. Gli alberi ammantati di verde sono cornice che plasma l’animo e lo riporta in uno stato di quiete, i respiri si allineano in onde parallele con i venti che giocano con le foglie e, a piedi scalzi, si ha la netta percezione di un mondo che respira dopo un lungo sonno invernale. Immersi in una realtà puntinista, sono piccoli schizzi di colore che addolciscono lo sguardo e alla cornice verde di prati e alberi, si aggiunge un movimento anarchico e armonioso di mille papaveri rossi in fiore. Il resistere dal deviare il percorso della macchina per buttarsi di schiena in un prato a guardare nuvole al pascolo, invece che andare al lavoro, è davvero duro. Anche se assetata e vessata da ogni parte, questa sfera blu sospesa nello spazio, che ancora molti di noi si ostinano a chiamare casa, ci fa percepire le connessioni che la avviluppano mostrandoci la poesia dei suoi battiti cardiaci. Siamo sul limitare, pallidi e assorti, delle lunghe notti; siamo affacciati con naso all’insù aspettando con gioia i momenti in cui la volta celeste ci permetterà di stare ore a guardare le stelle ascoltando musica, accompagnati dal tepore delle mani giunte dietro alla testa e dai rumori degli animali notturni indaffarati a trovare nuovo cibo. Ancora oggi, davanti questi immensi spettacoli, mi chiedo come possano esistere persone che vogliano vedere tutto questo bruciare. Sarò naïf, ma proprio non mi torna. Però finché possiamo ci godiamo tutto questo lasciandoci investire da capo a piedi di bellezza ancestrale e infinita. Maggio, come alcuni dei suoi predecessori, è ormai steso da giorni sul lettino dello psicologo indeciso sul suo futuro, ma tutte e tutti noi siamo qui ad agitare la mano e a fargli segno di venire da questa parte e a portarci finalmente quel tanto agognato tepore e a far esplodere in mille scintille colorate ed energizzanti questa tarda primavera. Anche se non sempre risponde alla chiamata e fa giustamente come diavolo gli pare, come antipasto ci serve sul desco di questo Ondedì una nuova Onda pronta a invadere le nostre orecchie. Era da tanto che non registravo una puntata a distanza, ormai non ci sono quasi più abituato, ma purtroppo con l’ospite di oggi non siamo riusciti a quadrare il cerchio, ma la gioia di averla finalmente su Onde: Musica e dintorni, è talmente grande che fa passare in secondo piano questo aspetto che ha importanza ma fino ad un certo punto. Incastrare il giorno esatto per incidere a fuoco questo episodio non è stato facile, ma alla fine, dopo tanto inseguirci siamo qui a cominciare questa chiacchierata con una persona per la quale la mia stima, rispetto e perché no, una bella dose di invidia, sono davvero fuori scala. Molti anni fa si usava leggere le riviste di musica per racimolare brandelli di informazioni o intere descrizioni di album che non potevi ascoltare nell’immediato e, oltre al piacere del profumo della carta stampata, si passavano ore con il naso incollato tra le pagine a leggere chi, invece, aveva avuto la fortuna e/o bravura di ascoltare un dato disco e poi ne riproponeva a noi lettori e lettrici una recensione. Non avendo un accesso immediato a quelle musiche, a quei dischi, la rivista o magazine o fanzine erano il vero cavo di connessione per sapere in anteprima che sapore avevano le nuove o vecchie canzoni della band del cuore. Ad oggi, anche se lo sfoglio degli articoli non è più orizzontale con il movimento delle pagine ma verticale con il mouse, e anche se molta carta stampata di settore è andata a svanire, per nostra fortuna c’è ancora chi ha voglia di farsi carico di scrivere musica. L’accesso alle musiche e alle informazioni è diventato istantaneo, ma il piacere di rifugiarsi tra le pagine costellate di recensioni è rimasto intatto, per chi come noi è curiosa o curioso e sente il richiamo dell’approfondimento, per scovare qualche chicca da sapere o anche per il solo gusto di avere sguardo più ampio sull’argomento donatoci da una penna competente. Scrivere di musica non è semplice, tutt’altro, ma la nostra ospite possiede tutte le qualità necessarie per farlo alla grande e qui si spiega la mia stima e invidia. Capacità descrittive e narrative, conoscenza dell’argomento, capacità di sintesi, un ottimo orecchio, un talento esagerato per la scrittura, la capacità di non nascondersi dietro sintassi barocche ma usare un linguaggio competente ma accessibile, tanta passione per la musica e per ritrasmetterla scrivendo, e molto altro. Ecco in poche parole ciò che ci si aspetta da una recensione, la nostra ospite ce le ha e in dosi massicce. Martina Vetrugno che siede con noi oggi è una delle firme che ha scritto e scrive su riviste come Il Cibicida, NoisyRoad, OndaRock. La sua è una penna capace di raccontare artisti e album con
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