15 maggio 1767, Milano, via Brera. Buon Dio! Cosa è stato? ...Veniva da fuori? Ahia, ci mancava soltanto una botta al ginocchio... Se solo ci fosse un poco più di luce! Oh, bene, è già mattino. Ecco cosa è stato quel fracasso, un carro si è ribaltato. Ah, eccola qui la mia Milano di buonmattino: i camini che iniziano a fumare, il sole che si affaccia tiepido fra la foschia e l’aria fresca che sveglia chi si mette al lavoro... benedetta quest’aria che mi rinvigorisce dopo il sonno travagliato che ho passato. Riuscirò mai a smettere di provare amarezza per la mia vicenda di Parigi? Ah, Milano mia, se potessi confidarmi con te come con un buon amico... Coi tuoi palazzi alti e le vie che vi scorrono come fiumi stretti che scavano le proprie valli, coi tuoi tesori di ogni epoca, non sei poi troppo diversa da quella Parigi che ho tanto ammirato, ma che è stata causa anche di molte pene. I miei rapporti coi Verri, un tempo fra gli amici più cari, si sono deteriorati; e c’era da aspettarselo! Mi sembra di avere ancora davanti agli occhi le parole che mi scrisse Pietro: “Non fare questa coglioneria”. Come se fosse tanto grave tornarsene dalla propria famiglia. Ma per lui, per loro, lo era, e lo lasciavano intendere...